Di recente è stata approvata un’importante riforma che ha esteso anche per gli stalker la possibilità dei Giudici di applicare il braccialetto elettronico. Nel nostro Paese la normativa che regolamenta tale strumento esiste da oltre un decennio tanto che l’art. 275 bis del codice penale espressamente recita: “Nel disporre la misura degli arresti domiciliari anche in sostituzione della custodia cautelare in carcere, il giudice, se lo ritiene necessario in relazione alla natura e al grado delle esigenze cautelari da soddisfare nel caso concreto, prescrive procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici, quando ne abbia accertato la disponibilità da parte della polizia giudiziaria. Con lo stesso provvedimento il giudice prevede l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere qualora l’imputato neghi il consenso all’adozione dei mezzi e strumenti anzidetti”.


Uno strumento, quello del controllo a distanza che in Paesi come il Regno Unito o la Germania viene utilizzato con successo da anni e che in Italia, nonostante tutto, stenta ancora a decollare. Del resto dallo scorso luglio 2014 i braccialetti risultano esauriti. Erano solo 2000 quelli disponibili secondo il contratto siglato con Telecom Italia e bisognerà attendere fino al 2015 prima della prossima gara di appalto. Ora, a prescindere dalle ovvie considerazioni di chi giustamente fa notare che bastava un piccolo sforzo in più per evitare di perdere ulteriore tempo prezioso, resta un dubbio: sarà sufficiente questo strumento tecnologico a placare l’indole di uno stalker? Probabilmente (in alcuni casi) no, anche se può aiutare nella prevenzione.


Spesso, infatti, si trascura un particolare di enorme gravità e cioè il fatto che chi è affetto da gravi patologie psicologiche non guarisce di colpo e talvolta denunce, processi e forze dell’ordine non fanno che aggravare ancora di più uno stato psicologico già parzialmente compromesso. Per questo, ancora oggi vale la pena battersi affinché il Parlamento approvi anche dei percorsi di riabilitazione obbligatoria per chi è affetto da tali fragilità psicologiche in modo da fornire agli stalker risorse e strumenti che li aiuti a guarire. Solo così si può davvero sperare di abbattere il triste numero delle vittime che fa dell’Italia, ancora oggi, il fanalino di coda dell’Europa. on forza la sua introduzione.